attorno a troia - ILIO
uno studio
INTERPRETI
con gli allievi del Corso di Alta Formazione I CINQUE SENSI DELL’ATTORE 2022/2023 Alessandra Salvoldi, Arthuro Baetscher, Camilla Manzi, Cosimo Munaro, Elisa Rocco, Francesca Di Felice, Mariachiara Di Giacomo, Marta Dal Santo, Sara Pagani, Veronica Di Bussolo
TESTI POETICI DA
Omero, Iliade; Gunther Anders, L’uomo è antiquato; Mark Fisher, Realismo capitalista;
Sherko Bekas, Il cimitero dei Lumi - il catalogo delle armi è tratto da diverse testate giornalistiche
ASSISTENZA TECNICA
Alessio Papa, Silvia Massicci
ASSISTENZA E CURA
Fiorella Tommasini, Marina Carluccio, Diana Ferrantini, Katia Raguso.
grazie a Gruppo Corale Venezze Consort diretto da Giorgio Mazzucato e a Walter Sigolo, fisarmonica
DRAMMATURGIA, MUSICA E REGIA
Massimo Munaro
PRIMA RAPPRESENTAZIONE:
Festival Opera Prima 9-10-11 giugno 2023
Ares è imparziale, uccide tutti quelli che uccidono
Omero, Iliade
Questo lavoro si costituisce come la prima parte di un ciclo denominato Attorno a Troia che, dall'Iliade alle Troiane all'Eneide, intende indagare il tema della distruzione di una civiltà, dello smarrimento e dell'esilio.
Attraverso questo ritorno alle radici della nostra cultura vogliamo interrogarci sulla possibilità della conservazione di una identità culturale, la nostra, di una sua trasformazione e di una sua possibile rifondazione. Il periodo storico che stiamo vivendo ci fa sentire come Achei lanciati alla distruzione di città e contemporaneamente come Troiani alla deriva. Il nostro volto sempre più assume su di sé il volto del conquistatore insieme a quello dello sconfitto. Giochiamo entrambi i ruoli, alternativamente, nella ruota della storia. Oggi essi però sembrano darsi contemporaneamente. Siamo i distruttori del pianeta e insieme, proprio per questo, attraverso i cambiamenti climatici e le pandemie, le vittime di questa distruzione. E nella terribile condizione dei migranti sta insieme l'origine e il destino della nostra civiltà.
Da un punto di vista teatrale, con questo ciclo, intendiamo continuare a sviluppare una sperimentazione attorno ai nuclei fondanti e strutturali del linguaggio scenico: dalla drammaturgia, intesa come scrittura scenica, all'invenzione di uno spazio in cui lo spettatore possa sperimentare nuove condizioni del proprio stare.
Sono figlio di una generazione che, alla fine della Seconda guerra mondiale all’alba della Guerra Fredda, ha creduto che la guerra potesse e dovesse diventare un tabù per la nostra civiltà. La creazione di organismi sovranazionali, come l’ONU e la stessa Europa, sembravano indicare la raggiunta consapevolezza che la terra è una sola e una sola l’umanità che la popola. A tutt’oggi anche questa sembra una delle tante utopie crollate nella polvere di fronte al risorgere dei nazionalismi, mentre la parola guerra e il possibile uso di armi atomiche non suscita più nei media, come un tempo, un immediato e naturale terrore e persino il dirsi pacifisti sembra condannato e liquidato come “intelligenza con il nemico”, con buona pace di Omero che fece del nemico Ettore l’eroe più valoroso del suo grande poema. Viviamo tutti, credo, quest’epoca folle con angosciosa muta impotenza.
In ILIO, primo movimento del ciclo Attorno a Troia, lo spettatore è posto, in modo inedito, al centro della scena, in mezzo a due palchi, al confine di fronti contrapposti dove sarebbe impossibile e assurdo prendere parte. Siamo una volta di più testimoni, come nell’Iliade, dell’assoluta insensatezza della guerra e della cieca terribile forza che ci rende vittime e carnefici nell’uguaglianza mimetica della violenza. Testimoni del dolore, della sofferenza, della sacralità della vita e della morte.
Massimo Munaro