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METAMORFOSI NEl labirinto della memoria

METAMORFOSI NEl labirinto della memoria

INTERPRETI

Alessio Papa, Diana Ferrantini, Fiorella Tommasini, Katia Raguso, Marina Carluccio, Silvia Massicci, Massimo Munaro

FRAMMENTI POETICI

Publio Ovidio Nasone, Bino Rebellato, Nina Nasilli, Massimo Munaro, Rainer Maria Rilke, Dante Alighieri, Alda Merini, Marco Munaro

MUSIA, DRAMMATURGIA E REGIA

Massimo Munaro

PRIMA RAPPRESENTAZIONE

Rovigo, teatro Studio 15, 25 settembre 2022

A compimento di un processo di ricerca durato tre anni avremmo dovuto debuttare con questo lavoro nel giugno del 2020. A marzo però, all’esplodere dell’emergenza sanitaria, abbiamo subito compreso che il debutto sarebbe stato impossibile dato che, in linea con la nostra poetica, questo lavoro prevede una relazione con lo spettatore diretta, prossemica e sensoriale. Abbiamo così deciso di presentare in questi anni una reinvenzione della prima parte, DI FORME MUTATE, adatta e rispettosa delle regole anti Covid. Ma ora che una stagione più favorevole sembra finalmente arrivata è il momento per noi di realizzare il progetto per come lo avevamo pensato.

 

NEL LABIRINTO DELLA MEMORIA, ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, conduce ogni partecipante all'interno di un percorso labirintico, che è insieme anche un'immersione radicale, intima e personale nello spazio del rito, del mito e del sogno.
Il lavoro si struttura in due parti conseguenti. La prima è una sorta di rito di iniziazione fortemente prossemico e preparatorio al viaggio. Nella seconda parte gli spettatori sono indotti a realizzare un percorso solitario, nell'oscurità, all'interno di un vero e proprio labirinto. Di stanza in stanza ogni spettatore realizza un incontro epifanico con una diversa creatura e con un diverso spazio. Alla fine di nuovo ci si ritrova, in qualche modo trasformati, a concludere insieme questo rito d'iniziazione.
In METAMORFOSI pratichiamo l’idea di un ritorno alla dimensione sacra, originaria dell’esperienza teatrale. Oltre a rappresentare un’avventura totalmente immersiva il lavoro, infatti, propone anche una possibile via d’accesso ad un altro livello di realtà, dove in gioco, attraverso i nostri sensi e il nostro corpo, è – in qualche modo - la nostra stessa esistenza, posta all’incrocio fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. È come se fossimo portati a precipitare, direttamente con tutto il nostro corpo, in uno spazio intimo e interiore, nel labirinto di una memoria ad un tempo personale e archetipica. 
Le Metamorfosi cantate da Ovidio si specchiano, così, nelle tante metamorfosi attraversate da ciascuno di noi nell’arco della propria esistenza, in un continuo movimento fra morte e rinascita. È proprio del mito questo accadere a tutti, eppure in modo diverso per ciascuno di noi. 
In un’epoca di “distanziazioni sociali” e di consumo bulimico di immagini standardizzate, il tentativo è quello di costruire uno spazio rituale e misterico, nel quale opporre al fragore dei media il silenzio di un incontro, il fuoco di un’esperienza condivisa. Un incontro fra umani.