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ante lucem

INTERPRETI

attori  Alessio Papa, Katia Raguso, Marina Carluccio, Diana Ferrantini, Silvia Massicci 

Soprano Cristina Baggio, Violino Giacomo Rizzato,  Violoncello Edoardo Francescon, Pianoforte  Andrea Mariani

MUSICHE

Dmitrij Sostakovic

ASSISTENZA TECNICA

Roberto Lunari, Matteo Fasano, Paolo Rando

COSTUMI

Thierry Parmentier

SCRITTURA SCENICA E REGIA

Massimo Munaro

 

COPRODUZIONE

Teatro Sociale di Rovigo / Teatro del Lemming 2021

PRIMA RAPPRESENTAZIONE

Rovigo, Teatro Studio 24, 25 agosto 2021

ANTE LUCEM (Prima dell’Alba) è un’Opera da camera che nasce attorno alle Sette romanze su poesie di Alexander Block op. 127 di Dmitrij Sostakovic (con un incipit tratto da un altro capolavoro, il trio n. 2 op.67). Per quanto si tratti di una partitura che il compositore russo scrisse per soprano e un piccolo ensemble strumentale, essa si presta particolarmente ad una rilettura teatrale, come per altro accade a diverse composizioni dell'ultimo Sostakovic (le Sei poesie di Marina Cvetaeva, la suite su versi di Michelangelo, persino la Sinfonia n.14, ecc.). 
Il grande compositore russo scrisse queste romanze alla fine degli anni Sessanta da un letto d'ospedale, in una sorta di forzata quarantena, traendo sollievo e ispirazione da alcune poesie giovanili di Aleksandr Blok, altra figura esemplare dell'arte novecentesca. A noi è sembrato interessante associare alla partitura musicale di ogni strumento quella coreografica affidata a tre diversi attori. Alla voce di soprano i versi poetici di un attore. E su tutti a dominare la presenza quasi immateriale e sospesa di un angelo vestito di rosso. La nostra scrittura scenica sovrappone così alla musica il linguaggio articolato del teatro: la fisicità dei corpi, la parola poetica, il linguaggio simbolico delle immagini, trasformano la composizione da camera in un’Opera complessa e dal forte impatto visivo.
È notte e siamo come in attesa di una rivelazione. Domina un’atmosfera da sogno, una diffusa trama nebbiosa. Si aprono squarci su scenari misteriosi ed evanescenti, pervasi di malinconia e di enigmi. Uno spazio intimo ed evocativo, tanto più attuale in quest'epoca di pandemia: un canto gettato nell'oscurità della notte in attesa della liberazione di una nuova alba.