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POURIA JASHN TIRGAN E EMANUELE FANTINI

28 agosto - 4 settembre / 5 - 11 dicembre 2022 _ TEATRO STUDIO


Il progetto nasce dalla volontà dei due performer di riscoprire il linguagg io poetico col pubblico, in un periodo storico dove i bardi si trovano solo nelle pagine dei libri. “Da tempo, oramai, accumuliamo materiale di natura diversa: pezzi rap, poesie performative, musiche e canzoni. Li accomuna la loro natura verbale: questi materiali esistono solo dal momento in cui divengono narrazione orale. La curiosità ci ha spinti a domandarci come sia possibile passare da un pezzo all’altro in modo organico mantenendo una coerenza all’interno di una performance. Il rap come genere musicale vive oramai di modelli poco pregnanti: è possibile cambiare un immaginario fatto sempre più di money maker, machos e drug dealer? È possibile adoperare questo linguaggio svuotandolo, trasformandone gli ideali perché rispecchino quelli di ragazzi con una sensibilità differente? È possibile fare in Italia quello che Kae Tempest fa in Inghilterra?

La potenza di poeti come Whitman, Prevert o Gualtieri rivela la sua massima efficacia non tanto nella sola lettura di un testo scritto, quanto nella sua dimensione sonora e performativa. Intendiamo costruire uno spettacolo che riesca a unire la vitalità dei concerti con la potenza dei linguaggi del mondo performativo”. Pouria Jashn Tirgan consegue la laurea triennale al DAMS di Bologna nel 2017 e si diploma come attore alla Civica Accademia D‘arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine nel 2020.  Nel 2019 pubblica il suo mixtape rap La Bellezza Collaterale.Emanuele Fantini oltre all’esperienza teatrale si approccia alla produzione musicale e al rap come autodidatta, apprendendo l’utilizzo di tecnologie di produzione musicale elettronica come ad esempio Ableton Live. Il progetto è stato selezionato nell'ambito del BANDO CURA, in binomio con la residenza multidisciplinare lombarda ILINXARIUM

Il progetto nasce dalla volontà dei due performer di riscoprire il linguagg io poetico col pubblico, in un periodo storico dove i bardi si trovano solo nelle pagine dei libri. “Da tempo, oramai, accumuliamo materiale di natura diversa: pezzi rap, poesie performative, musiche e canzoni. Li accomuna la loro natura verbale: questi materiali esistono solo dal momento in cui divengono narrazione orale. La curiosità ci ha spinti a domandarci come sia possibile passare da un pezzo all’altro in modo organico mantenendo una coerenza all’interno di una performance. Il rap come genere musicale vive oramai di modelli poco pregnanti: è possibile cambiare un immaginario fatto sempre più di money maker, machos e drug dealer? È possibile adoperare questo linguaggio svuotandolo, trasformandone gli ideali perché rispecchino quelli di ragazzi con una sensibilità differente? È possibile fare in Italia quello che Kae Tempest fa in Inghilterra?